Cara Nicoletta,
sono Mario, sono ancora io. Stavolta ti scrivo sottovoce, nella penombra: la scintilla di infinito è ormai trascorsa.
Eppure…ricordi ancora i nostri momenti insieme? E li ricordi con affetto, nostalgia, dolcezza, dal primo all’ultimo?
Anche se il nostro rapporto si è azzerato, io non ho smesso di pensare a quei giorni, e al giorno in cui ti ho raggiunta e ti ho fatta, per pochi istanti, felice e mia.
Ricordi ancora la nostra ultima telefonata, quel saluto intenso che doveva durare chissà per quanto?
Ora, dopo tanto tempo, ti chiedo di fermare, conservare questi ricordi in un angolo intimo e protetto della tua mente, perché non so se ci rivedremo più.
Molto è cambiato, in questi mesi. Così, questo luglio, invece di andare a ***, ho deciso di iniziare altri progetti. Ho telefonato a chi mi aveva contattato, per non accettare. Sapevo che rinunciando ad andare a *** avrei perso l’unica occasione di rivederti; anche se, poi, chissà… se tu, io…?
E’ passato.
Sei stata per me gabbiano notturno, spigolo di luna, respiro segreto, eco di tuoni dimenticati.
E so chi sono stato per te. Un tesoro di bambini, enorme ed immaginario, te ne vantavi e non l’hai speso.
E noi siamo stati magnifici ed incompiuti, come un segreto che si è sparso nel vento, prima di avverarsi, come polline leggero.
Ecco tutto: qui mi fermo.
Nicoletta, mia Nicoletta. Ora sei per sempre mia: chi potrà più smentirmi, ormai?
Mario
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* Lettera scritta con intenzione creativa.