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Sono sempre stato attratto dalle scale


Sono sempre stato attratto dalle scale. Dalle gradinate. Di marmo, antiche, magnifiche e infinite.

Quando ero bambino sognavo spesso lunghe rampe, che arrivavano al cielo; medie, che raggiungevano cime di montagne secondarie; scale più modeste arrivavano semplicemente alla porta di casa mia.

Tutte erano inclinate, più o meno ripide, e davano vertigine e senso di smarrimento.

Ma c’era anche una scala speciale; era verticale, ogni gradino era esattamente sopra l’altro. Sembra impossibile. E’ impossibile. Eppure, arrampicandomi a perdifiato ma senza fatica su quella scala varcavo, mondi incredibili, mi allontanavo fino a miliardi di anni luce, dimenticavo che ero un bambino, anzi un essere umano, e persino che venivo dalla Terra.

In effetti non era infinita, no. Aveva un termine. Alla sua sommità trovavo un tetto, una conclusione. Un punto. Un tetto. La fine del cielo e dell’universo era un tetto.