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A Laurent non era mai piaciuta la mattina

A Laurent non era mai piaciuta la mattina, e non gli era mai piaciuto andare a scuola. Almeno negli ultimi tre anni. E lui andava a scuola esattamente da tre anni.

Le cose più importanti della sua vita avvenivano di pomeriggio o di sera, e visto che la scuola restava ostinatamente un’attività della mattina, non c’era modo di fargliela piacere.

A dire il vero, un periodo eccellente c’era stato. Erano i primi giorni del primo anno, quando non conosceva nessuno e nessuno gli parlava volentieri, e così era libero di stare in silenzio, pensare ai suoi giochi, a Mireille, poi di nuovo ai suoi giochi, e soprattutto non doveva dare alle maestre opinioni su fatti e luoghi che non avevano per lui nessuna importanza.

Invece, dopo neanche una settimana, una maestra importuna cominciava già ad obbligarlo a scrivere su un quaderno una quantità di lettere, numeri, forme e colori, anche loro di nessuna importanza. Le sole cose che gli importassero erano due: i giochi, e Mireille.

I giochi lo occupavano buona parte delle sue giornate più piacevoli, mentre Mireille non la vedeva che una volta alla settimana, il giovedì sera, a cena. E forse era proprio per questo che i giovedì sera d’inverno con Mirelle, anche se brevi, anche se in compagnia di mamma, papà, e dei signori Simon, valevano molto più di tutte le ore passate a fare scontrare tra di loro macchinine di ferro, animali di pezza e soldatini di piombo.

A quelle cene, infatti, tutta la sua energia battagliera si ritirava, e lo lasciava così, scoperto, con gli occhi fissi a Mireille. E non sapeva se doveva mangiare o guardare lei, perché la mamma e la signora Simon, alternativamente, ordinavano “mangia!”, ma Mireille, silenziosamente, suggeriva “guardami”…

Una volta tornato a casa, in quei pochi minuti che gli rimanevano prima di essere messo a dormire, i giochi di Laurent cambiavano: gli animali di pezza si abbracciavano, e i soldatini di piombo salivano in silenzio sulle macchinine e si allontanavano con discrezione.

Poteva essere il momento più bello; ma ogni giovedì notte Laurent incominciava a pensare alle sette maestre e alle sette mattine che lo separavano da Mireille, e l’indomani si svegliava già arrabbiato.